“L’arte, oggi più che mai, ha senso di esistere solo nel momento in cui diventa spazio di riflessione sull’umanità, su questo tempo complesso che ha perduto riferimenti spirituali ed etici”. Ugo Riva scolpisce in questa frase una poetica, nonostante tutto, fiduciosa nella rinascita di un’arte in grado di rispecchiare “quell’umano e divino di cui siamo impastati e che troviamo già magistralmente rappresentata nelle “Sistine” di Altamira, Lescaux, Chauvet e negli altri luoghi magici del mondo che sanno di eterno”. Nasce da questa professione di fede nella scultura “Icone dell’anima”, titolo suggerito dal poeta Davide Rondoni per la mostra organizzata dall’amministrazione comunale di Legnano, allestita a Palazzo Leone da Perego e diffusa in altri luoghi della città che si inaugura sabato 15 novembre.
La mostra, che riflette la ricerca estetico formale di Riva e il lavoro di scandaglio di quanto di sacro c’è nell’uomo, copre poco meno di trent’anni d’attività, un arco temporale in cui il Maestro bergamasco passa dell’essere “scultore ortodosso tout court a una specie di drammaturgo che mette in gioco i materiali più eterogenei (terracotta, bronzo, ferro) in cui la scultura non è unica protagonista ma comprimaria di un allestimento complesso che si prefigge di creare un rapporto il più empatico possibile con l’osservatore”. Esemplari, in questo senso, le due potenti “messeinscene” -non installazioni, tiene a precisare l’autore - “Eli Eli lema sabactani”, dove Riva sublima il trauma del covid, che aveva mietuto tante vittime nella sua città con una costruzione che, attraverso reti e gabbie, racchiude il dramma della morte e della solitudine, e “La scala d’oro”, una vertiginosa ascensione lungo due candelabri saldati a un Golgota dove, per l’impresa, l’artista chiama a sé la lezione di tre grandi pittori senesi, Duccio da Boninsegna, Simone Martini e Ambrogio Lorenzetti, oltre a Lorenzo Lotto per il soggetto dei due ladroni crocefissi e alla memoria dei calvari bretoni. Evocazioni dei grandi Maestri dell’arte italiana si ritrovano anche nell’opera più datata presente in mostra (1997), un omaggio a Piero della Francesca, in particolare alla pala di Brera, e a “Solitudine”, altro gruppo scultoreo realizzato nel periodo del covid, ispirato alla Deposizione di Rosso Fiorentino, dove la Croce è sostituita da un albero con i rami spogli su cui resiste una sola foglia d’oro.
Il percorso espositivo si sviluppa per raggruppamenti tematici: oltre ai lavori realizzati sotto l’effetto della pandemia, le maternità (sviluppate nelle fasi della vita in cui l’artista è prima figlio, poi padre, quindi nonno), i trittici ispirati a oggetti di devozione popolare come le santelle, alcuni capisaldi biblici (Arca della Speranza e la Legge) e gli angeli, figure che hanno accompagnato Riva nella sua carriera ed esemplari per entrare nella poetica di chi non crea oggetti ma dà concretezza ai rovelli interiori suoi e di tutti gli esseri umani. Particolarità degli angeli è di essere cavi, perché lì si manifesta quell’anima richiamata nel titolo della mostra cui lo strato di materia dà evidenza, e questo nello spirito più autentico dell’icona, che è di rendere visibile l’invisibile. Elementi ricorrenti nell’esposizione e alla base delle sculture sono le chiavi, a suggerire la necessità di entrare nel nucleo più profondo dell’individuo, e condizione per raggiungere la felicità, e le foglie, che compongono quel fondo di transitorietà che è la vera cifra dell’umano. A ritmare la sequenza delle sculture alcuni disegni che, in diversi casi, sono stati preparatori per le sculture.
Il percorso espositivo di Palazzo Leone da Perego si completa con le sculture collocate nel centro cittadino tre, in bronzo di grandi dimensioni, “Sull’abisso” in piazza San Magno, “Paradiso perduto” in via Luini e “Il Giudizio” nel giardino dello stesso Palazzo Leone da Perego, dove è stato posizionato anche un angelo in alluminio.
Nella chiesetta del Castello ha trovato spazio “Dies irae”, un crocifisso realizzato nel 2023 in occasione di Bergamo-Brescia capitali della Cultura.
Ugo Riva “Icone dell’anima” dal 15 novembre al 18 gennaio 2026
Palazzo Leone da Perego via Gilardelli, 10 Legnano
Inaugurazione: sabato 15 novembre ore 17.30
Orari mostra: sabato, domenica e festivi 10.00 – 12.30 e 15.00 – 19.00.
Chiusa il 25 dicembre e l’1 gennaio.