Palazzo Ottone Visconti e Palazzo Leone da Perego sono due importanti palazzi arcivescovili costruiti nella seconda metà del secolo XIII dei quali, però rimangono solo pochi elementi originari, avendo subito radicali rimaneggiamenti alla fine del secolo XIX.
Il vasto possesso arcivescovile, che faceva corona ai due palazzi, era luogo prediletto non solo per trascorrervi periodi estivi, ma anche perché poteva rappresentare un luogo di rifugio in caso di necessità, essendo Legnano facilmente raggiungibile da Milano.
L'accesso all'antica corte arcivescovile, da Corso Magenta, è caratterizzato da un portale, completamente rifatto nel 1890, sul quale è inserita un'antica lapide raffigurante emblemi viscontei di significato arcaico e enigmatico. Un'altra lapide di dimensioni ridotte è inserita sulla facciata del palazzo Leone da Perego, verso la corte arcivescovile, e raffigura la "biscia viscontea" in forme molto stilizzate e primitive.
L'origine di Palazzo Ottone Visconti, che costituisce il lato meridionale della corte arcivescovile, è legata al successore di Leone da Perego, Ottone Visconti, arcivescovo di Milano dal 1263 al 1295, e iniziatore della Signoria dei Visconti.
Questo edificio architettonicamente non doveva essere molto dissimile dall'attiguo palazzo Leone da Perego. Diversamente da quanto successe nei confronti del Palazzo di Leone, che fu completamente demolito e rifatto, il palazzo di Ottone Visconti fu solo svuotato nel suo interno, il quale fu completamente rimaneggiato nel 1937 quando fu trasformato in "sala conferenze", divenuta successivamente Cinema Ratti.
Nel 1882, sulla parete interna della sala era ancora visibile una ricca fascia decorata ad affresco, con raffigurazioni di festoni di frutta e fiori, con inseriti puttini e animali di significato allegorico e con riquadri riproducenti gli stemmi viscontei. Questi decori sono stati coperti dagli ornamenti apportati alla sala cinematografica.
L'esterno invece ha mantenuto i materiali antichi in pietra e in cotto, è però scomparso l'antico passaggio coperto che passava sopra via Magenta ed è stata apportata una modifica per l'ingresso del cinema. Molte antiche trasformazioni del palazzo ottoniano furono opera di Carlo Borromeo, il quale lo fece adibire a carcere per i sacerdoti.