E’ “Il berretto a sonagli” di Luigi Pirandello il secondo spettacolo finalista del Premio Musazzi che, martedì 30 settembre alle 21.00, andrà in scena sul palco del Cinema Sala Ratti. La pièce, rappresentata dalla Compagnia La Marmotta diretta da Francesco e Roberta Giuffrida sarà giudicata dal pubblico presente in sala e dalla giuria e i voti concorreranno a designare lo spettacolo vincitore della seconda edizione del premio.
“Il berretto a sonagli”, scritto nel 1916 è fra le commedie più rappresentate di Pirandello, indaga con spietata lucidità le dinamiche delle relazioni umane e delle convenzioni sociali. Attraverso una trama tanto semplice quanto pungente l’autore agrigentino riflette sull’ipocrisia della società e sulla natura frammentata dell’identità individuale.
Di seguito la trama:
Ambientata in una cittadina siciliana, la vicenda ruota attorno a Beatrice Fiorica, una donna tormentata dalla gelosia per il marito, il cavalier Fiorica, che sospetta essere coinvolto in una relazione extraconiugale con Nina, la giovane moglie dello scrivano Ciampa. Determinata a smascherare il tradimento, Beatrice elabora un piano: invia Ciampa a Palermo con una scusa, in modo da lasciare campo libero al marito e a Nina, per poi farli sorprendere in flagrante adulterio dalle autorità. Nonostante i tentativi di dissuasione da parte della madre Assunta, del fratello Fifì e della serva Fana, Beatrice procede con la denuncia al delegato di polizia Spanò, amico di famiglia. Ciampa che, consapevole della relazione tra sua moglie e il cavalier Fiorica, aveva tollerato la situazione per salvaguardare il suo “pupo” e la sua “faccia, cerca di convincere Beatrice a desistere, spiegandole la teoria delle tre corde che ogni individuo possiede: la civile, la seria e la pazza. La corda civile è quella che permette di vivere in società mantenendo le apparenze; la corda seria è quella della ragione e della riflessione profonda; la corda pazza è quella che, se tirata, porta alla follia e alla perdita del controllo. Ciampa esorta Beatrice a non far scattare la corda pazza, poiché le conseguenze sarebbero disastrose per tutti.
Nonostante gli avvertimenti, Beatrice procede con il suo piano. Il marito e Nina vengono sorpresi insieme e arrestati, causando uno scandalo che getta discredito su tutte le famiglie coinvolte. La madre e il fratello di Beatrice la rimproverano aspramente per non aver considerato le ripercussioni delle sue azioni. Ciampa, dal canto suo, si trova in una posizione insostenibile: l’onore gli impone di vendicarsi, ma ciò comporterebbe un ulteriore aggravamento dello scandalo. Per risolvere la situazione, Ciampa propone una soluzione paradossale: far passare Beatrice per pazza. In questo modo, il suo gesto verrebbe attribuito alla follia, e l’onore di tutti sarebbe salvo. Beatrice, inizialmente riluttante, è convinta ad accettare questa soluzione e viene ricoverata in una casa di cura per qualche mese. La commedia si conclude con una risata amara di Ciampa, che riflette la disperazione e l’assurdità della situazione.
Compagnia La Marmotta: è nata nel 1986 da una idea di Francesco Giuffrida, impiegato delle Ferrovie dello Stato, che espresse ad alcuni colleghi la volontà di costituire nel dopolavoro ferroviario di Busto Arsizio, un gruppo teatrale. Un po' per gioco e per passione, fu messo in scena il 25 maggio 1986, presso il teatro dell’oratorio San Michele di Busto Arsizio un classico del teatro: L’Avaro di Molìere. Quella svolta dalla compagnia è un’attività socio-culturale e la maggior parte degli spettacoli sono all’insegna della solidarietà: regalare un sorriso e contribuire, con il ricavato delle rappresentazioni, ad aiutare chi ha più bisogno. Oggi la Compagnia è formata da 40 elementi: studenti, impiegati, operai, pensionati, liberi professionisti, da 10 a 90 anni.
Il terzo spettacolo finalista, “Finché vita non ci separi” di Gianni Clementi con la compagnia “Castelrotto APS” diretta da Alex Micheletto, sarà in scena il 15 ottobre 2025, sempre al Cinema Sala Ratti.
Ingresso libero e gratuito fino ad esaurimento dei posti.