Prosegue con questo contributo di Carla Marinoni sui colori della Regia Patente (in allegato) la rubrica "Pillole d’archivio", appuntamento con notizie e curiosità tratte da documenti presenti nell’Archivio comunale, messi a disposizione dall’Ufficio Protocollo e Archivio in occasione del Centenario di Legnano Città.
Tutto quello che si vede, i soggetti, le tinte e gli ornamenti, rimandano agli albori della casa regnante, al medioevo delle giostre e delle battaglie. Il cavaliere in armi allude ad Amedeo VI, 1334-1383, il conte Verde, colore preferito, come segno di distinzione, da lui, impegnato nei duelli, a far la corte alle dame, pronto a partire per la crociata promossa nel 1363 da papa Urbano V. A lui si fanno risalire i nodi, il colore blu, i motti, le rosette tutti denotati dall’attributo “savoia”. Vediamo perché. Nodo savoia; per noi -e lo sa bene chi ricama- è il nodo d’amore, formato da due fili o corde che si intrecciano come due persone che si uniscono o che s’impegnano reciprocamente. Rappresenta anche il legame sacro (tra creatura e creatore) o romantico: la forma di un ricciolo che una nobildonna avrebbe donato al conte Verde per essere ricordata. Credo che tutte le ipotesi, anche le più disparate, siano state “lasciate correre” purché se ne parlasse, insomma come forma pubblicitaria, e non ci fosse nessun interesse a stabilire se e quale fosse la verità.
Blu savoia. Qui la valenza è mistica, perché farebbe riferimento alla devozione mariana, al cielo stellato con la Madonna, al drappo fatto sventolare sulla nave dal conte di ritorno dalla crociata nel 1366 per assolvere un voto alla Vergine dopo la battaglia vittoriosa contro i Turchi. Proprio da quella tinta discenderebbero gli attuali “azzurri” italici in campo sportivo, il turchino delle sciarpe degli ufficiali delle forze armate e il blu che riquadra lo stendardo del Presidente della Repubblica.
(3- continua)